La formazione innovativa 4.0

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LA FORMAZIONE 4.0: CRITICITA' E ASPETTATIVE

La formazione aziendale di tipo tradizionale, divisa nello spazio e nel tempo dal momento lavorativo, erogata attraverso lunghe ore di aula, sta lentamente dissolvendosi verso nuove modalità di formazione, dove i confini tra momento lavorativo e momento di apprendimento divengono meno rigidi. Le istanze emergenti dalla cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale, quella per intenderci della Trasformazione Digitale e della Data Driven Factory con le relative soluzioni tecnologiche e digitali, si riflette e modifica anche le modalità di acquisizione delle competenze necessarie per chi dovrà convivere e lavorare in un contesto in costante e accelerata trasformazione. La digitalizzazione dei media, dei processi produttivi e delle macchine nelle attività industriali, la virtualizzazione del mondo, la rapidità delle trasformazioni sociali ed economiche hanno fatto sì che la complessità e il cambiamento siano divenute le costanti culturali che caratterizzano il nostro tempo. Si tratta di una rivoluzione di portata incalcolabile, destinata a sconvolgere la vita dell'uomo moderno, il suo modo di vivere e di relazionarsi. Accogliere la sfida del cambiamento e delle complessità significa sviluppare un pensiero educativo nuovo, che si lasci alle spalle le logiche della separazione e che sappia connettere tra loro le differenze, facendo delle contraddizioni quotidiane preziosi stimoli per la ricerca di nuove risposte. Per l’educazione del nostro tempo non è sufficiente accoppiare frammenti di conoscenza diversi: occorre fondere, fare dialogare e circolare attivamente i saperi attraverso la logica della complessità.

 

La nuova formazione deve diventare pervasiva, permanente, in grado di adattarsi ai tempi, agli spazi e alle culture delle organizzazioni e dei singoli.

Tutti i settori della società sono oggi chiamati ad integrare modelli affermati con approcci in costante crescita al pensiero complesso, all’innovazione, al cambiamento orientato verso una trasformazione digitale sempre più pervasiva; i cambiamenti cui si assiste stanno alterando la sostanza stessa della nostra vita e rendono necessaria una capacità adattativa più elevata del passato. Per questo, oggi l’elemento chiave è educare alla complessità e vincere le resistenze culturali che si incontrano. Questo vale anche per le organizzazioni e per la formazione: da docente universitario e da consulente aziendale comprendo che è essenziale essere consapevoli che la strategia emerge strada facendo, che le parole d’ordine sono flessibilità e prontezza a cogliere l’attimo, che l’organizzazione della persona, delle aziende, delle istituzioni, della società, si deve aprire verso l’esterno, deve diventare rete e occorre sapersi auto-organizzare all’interno di un ambiente mutevole e competitivo.

Il disordine fa paura e le persone si aspettano ancora stabilità e direzioni future chiare, sicure e tranquillizzanti. È proprio per questo che oggi è sempre più necessario educare alla complessità: oggi i flussi informativi interconnettono saperi e conoscenze un tempo rigidamente separati, disgregano strutture sociali e ideologie, ricostruiscono schemi e paradigmi alla ricerca di nuovi equilibri. Il cambiamento in atto rappresenta una rivoluzione straordinaria: l’informatica, le nuove tecnologie digitali, l’IoT (Internet of Things), il Cloud Computig, l’Intelligenza Artificiale permettono di globalizzare pensieri e idee attraverso una rete virtuale costituita da miliardi di nodi e di modificare contestualmente in nostro modo di lavorare e interagire nei processi produttivi.

Per padroneggiare il cambiamento e per non esserne travolti occorre innanzitutto fornire strumenti culturali adeguati. Questo significa proporre percorsi educativi diversi rispetto al passato, sostenuti da didattiche innovative, che abbattano divisioni e barriere interdisciplinari e che sfruttino in modo intelligente, creativo e realmente efficace le nuove tecnologie. L’utilizzo efficace dell’informatica e del digitale non sono modo diversi di fare la stessa cosa, ma è fare una cosa differente: strumenti multimediali sempre più sofisticati permettono di sviluppare nuovi modelli di interpretazione e argomentazione. L’interazione creativa fra mezzi visivi, verbali e audio rende necessari nuovi metodi d’insegnamento, e, sua volta, all’interno del potenziale educativo delle nuove tecnologie il mutamento intellettuale diventa una strategia di sopravvivenza necessaria. Se si vuole progredire nella cultura “a rete” si deve imparare a prendere decisioni immediate e a sviluppare soluzioni rapide ed efficaci.

La sfida è quella di adeguare il sistema educativo alla cultura a rete che è emersa negli ultimi decenni. Per questo è necessario utilizzare in maniera crescente le potenzialità delle innovazioni informatiche e digitali (quelle che ci insegnano che tutto è un numero), per rendere più labili le barriere interne (interdisciplinari) ed esterne (verso la società), quindi per rafforzare le connessioni anche nell’ambito dell’istruzione, al fine di far emergere una educazione che sia più adatta a preparare i discenti ad affrontare il ritmo accelerato del cambiamento nel mondo contemporaneo. La complessità modella gli obiettivi delle persone, apportando, attraverso le proprie caratteristiche, regole specifiche capaci di guidare lo stile e la direzione della formazione. Sono queste le riflessioni che sarebbe necessario compiere ogni qual volta si ritenga di avviare nuovi interventi formativi.

Per affrontare problemi globali e controversi che non ammettono soluzioni lineari sono necessari modi inediti di porre i problemi stessi. Occorre cioè ammettere l’indefinitezza e l’imprevedibilità degli esiti evolutivi nella dinamica di un fenomeno. Occorre preservare l’ambiguità di quel fenomeno come condizione stessa della sua esistenza e della sua evoluzione. La difficoltà nel descrivere e nello spiegare dei significati può però essere generativa di immaginazione e di azione a seconda della loro elaborazione. È necessario quindi insegnare ad elaborare nel modo giusto.

Un pensiero del tutto impegnato a pensare sé stesso, e non al modo in cui pensa, non è in grado di ricorrere a metafore e a narrazioni, non si mette in condizione di riflettere e di riconoscere nel nuovo la diversità di interpretazione e di elaborazione necessaria per uscire da schematicità pregresse. L’essere umano non segue regole né si limita ad eseguirle: egli crea regole anche quando ne utilizza di già esistenti; in quel caso per metterle in pratica le ricrea più o meno tacitamente. Ma può accadere e accade che l’essere umano si riduca all’idea che pensa, soprattutto quando vive in un ambiente in cui pensano tutti la stessa cosa e, perciò, non pensano più niente. L’essere umano allora è nell’idea che pensa, o meglio coincide con quell’idea, è quell’idea, e non si pone perciò in condizione di cambiare idea. Occorre invece che si valorizzi una specifica disposizione e potenzialità umana: la capacità umana di trascendersi, di non coincidere con sé stessi. Questa disposizione può consentire di riconoscere le interdipendenze circolari e generative dei significati della conoscenza.

Si tratta, in ogni caso, di aprire alla complessità dei fenomeni, dei problemi e dell’esperienza. Si tratta di considerare la compresenza di certezza e vaghezza, di precisione ed errore, in ogni fenomeno. Queste caratteristiche hanno infatti un ruolo determinante sia nella scelta delle metodologie, delle tecniche e degli strumenti, che nella strutturazione dei contenuti di apprendimento.

La formazione deve ripensare se stessa

La formazione non può non tenere conto anche delle nuove pratiche di fruizione sempre più diffuse legate alle tecnologie di rete e alle tecnologie di collegamenti remoti e in movimento che inducono modalità di interazione e ascolto diverse dal passato. É necessario quindi che i diversi metodi vengano utilizzati nei casi e nelle condizioni più adatte, a seconda della tipologia di allievi, dei contenuti della formazione e delle necessità logistiche. Questi cambiamenti ridefiniscono l’intero processo formativo, andando a coinvolgere i luoghi e i tempi della formazione, la modalità di fruizione dei contenuti, i ruoli degli attori coinvolti, gli approcci docente-formando e gli strumenti disponibili.

La finalità risulta però ancora più ampia. Mondializzazione degli scambi, società dell’informazione, progresso scientifico e tecnico: ogni giorno possiamo renderci conto dei cambiamenti prodotti da questi fenomeni. In seno all’impresa essi conducono a nuove forme di lavoro e nuove forme di sapere che modificano le abitudini della conoscenza. Queste mutazioni non sono una semplice parentesi ma preannunciano la società di domani. Per ciascuno di noi ciò che conta è assumere il controllo di tali trasformazioni, evitando di subirle. In tale contesto, l’istruzione e la formazione svolgono evidentemente un ruolo chiave, ed essere consapevoli delle possibilità che oggi queste offrono è un buon punto di partenza.

Comprendere gli impatti delle nuove tecnologie informatiche e digitali sui processi di formazione e di comunicazione delle singole persone e dell’impresa, è sempre più importante per studenti, manager e figure professionali che con diverse responsabilità e ruolo operano nei campi della formazione e della comunicazione.

Più in generale il tema assume un interesse crescente per tutte le persone che operano e sono coinvolte nei processi di cambiamento dell'organizzazione, del modo di lavorare, dell'apprendere e del comunicare; cambiamento reso possibile oggi e sempre di più stimolato dall'innovazione tecnologica.

Le persone si stanno rapidamente evolvendo cercando di tenere il passo dell’innovazione tecnologica e le aziende, in particolare, assumendo personale competente o formando risorse umane interne per i nuovi mestieri dell’ICT e della Digital Trasformation.

Figure professionali come i “content editor”, per esempio, cioè coloro che creano e pubblicano i contenuti su un sito web, sono ormai imprescindibili nel mondo del lavoro di oggi. Investire in risorse umane in grado di produrre innovazione è praticamente una scelta obbligata.

Le tecnologie relative in particolare alla Formazione a Distanza (FAD) quali l’e-learning o l’aula virtuale sono quelle che, per ampiezza di diffusione e innovazione, impattano oggi in modo particolarmente significativo sulla formazione e sulla comunicazione; devono diventare tecnologie per la formazione non più viste come un tabù o una lontana chimera, bensì come strumento per migliorare e migliorarsi. Noi che ricopriamo posizioni di responsabilità in ambito formativo abbiamo il dovere di sollecitare all’adeguamento di contenuti metodologie e strumenti tutti coloro che la formazione la chiedono, la progettano e la erogano.

Di Ettore Maraschi

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