Chi sono i logistici?

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CHI SONO I LOGISTICI?

Parafrasando indegnamente una storica affermazione del Presidente J.F. Kennedy mi piace affermare ‘Ich bin eine Logistik’.

Certo dopo più di trena anni di insegnamento al Politecnico e altrettanti di consulenze in merito vorrei poterlo sostenere ma mi sono anche posto la domanda del titolo: Chi sono i logistici?

Nonostante il termine logistica venga ancora spesso definito nei più noti dizionari come una branca dell’arte militare rivolta all’ottimizzazione dei trasporti e del dislocamento delle truppe, è ormai conclamato il fatto che tale disciplina costituisca, oggigiorno, una delle dorsali principali all'interno di ogni azienda industriale, in virtù del proprio ruolo di elemento unificante e integrante dei processi aziendali preposti all'acquisizione, trasformazione e distribuzione di beni e servizi.

Permane, tuttavia, una visione non sempre chiara e unanimemente condivisa del profilo, delle competenze e delle finalità che il manager specialista della logistica svolge all'interno di una realtà aziendale. Se da un lato si registra una crescente sensibilità e attenzione verso le tematiche logistiche da parte dei vertici aziendali, dall'altro i percorsi evolutivi seguiti non sono stati sicuramente omogenei per tutte le realtà aziendali, e non si può certo dire che tutte abbiano pienamente raggiunto lo stesso stadio di sviluppo.

Mi è sembrata quindi esemplare e stimolante questa descrizione dei logistici:

“I logistici appartengono ad una razza di uomini solitamente tristi; sono molto richiesti in tempo di guerra, ma cadono nell'oblio in tempo di pace.”

Questa descrizione, nata in tempi lontani, quando appunto la logistica era citata come elemento cardine in tempo di guerre nel noto libro di strategia militare ‘Della Guerra’ scritto da Von Clausewitz non ha ovviamente nessun riferimento specifico alla guerra, quella purtroppo vera e attuale, che vede coinvolti oltre a i principali attori la Russia e l’Ucraina anche noi tutti ed in primis l’Europa, ma certamente ne sottende alcune specificità.

I logistici devono essere uomini concreti, ma sono costretti a lavorare spesso per altri uomini che sono mercanti di teorie; emergono durante la guerra, perché la guerra è essenzialmente un fatto concreto. Scompaiono in tempo di pace, perché la pace è soprattutto teoria. Gli uomini che vendono teorie e che usano i logistici in guerra, per poi dimenticarli in tempo di pace, sono i Generali. I Generali appartengono ad una razza superiore di uomini felici che diffondono attorno a sé fiducia e potere; come razza superiore, si cibano solo di ambrosia e bevono solo nettare. In tempo di pace essi possono invadere il mondo semplicemente agitando le loro grandi mani su un mappamondo, facendo scorrere le loro lunghe dita sui territori e spostando ostacoli con il dorso della mano. In guerra, invece, devono andarci più piano, perché ogni Generale ha dietro di sé un logistico e sa che in qualsiasi momento questo può intervenire e dire "No, questo non lo puoi fare “; ecco perché i grandi Generali temono i logistici in tempo di guerra e tendono a dimenticarli in tempo di pace. Attorno ai Generali girano altri uomini: gli strateghi ed i tattici.

I logistici odiano sia gli strateghi, sia i tattici; gli strateghi ed i tattici, invece, non conoscono neppure i logistici, almeno fino a che non diventano Generali, cosa che essi di solito fanno. Qualche volta può anche succedere che un logistico diventi un Generale; se succede, deve convivere con gli altri Generali che odia e ha poi un seguito di strateghi e di tattici, che disprezza, e alle sue spalle ha sempre un logistico che teme. Questa è la ragione per cui i logistici che diventano Generali non possono cibarsi di ambrosia e bere nettare: hanno sempre l'ulcera”.

La mia proposta è di sostituire il termine ‘guerra’ con quello più contestuale di ‘competizione industriale’; cosa ne pensate in merito?? Quali sono le sfide per il ‘logistico’?

Per chi detiene delle responsabilità manageriali all'interno di un’azienda industriale è, in altre parole, di importanza fondamentale comprendere quali profili strategici e organizzativi descrivano meglio l'assetto corrente delle attività logistiche.

Oggi nessuna cultura di impresa al mondo può fare a meno di conoscere gli approcci più adatti a comprendere la realtà, così come nessuna impresa di successo rinuncia a fare ricorso alle logiche di management proprie della grande impresa, sia pure con i necessari e talvolta difficili adattamenti e a fronte di tutto questo nessuna impresa e in specie nessuna Supply Chain potrà fare a meno dei logistici se vuole sopravvivere.

Buona giornata ai logistici e non.

Di Ettore Maraschi